Pensa globale,era il motto coniato da René Dubos per il movimento ambientalista statunitense.
agisci locale.
L'idea di base è che per migliorare il mondo è necessario comprendere le necessità ed i fenomeni globali, dal riscaldamento globale, ai grandi cambiamenti demografici, alle mostruose differenze tra nord e sud del mondo. I fenomeni globali sono enormi e siamo portati a rimanere schiacciati dalla loro grandezza: -che posso fare io? - Tocca ai governanti - alle grandi multinazionali - all'ONU - Che sono soluzioni forse possibili ma che ci assolvono completamente dal fare alcunché. Ed ecco che le considerazioni globali e dei massimi sistemi devono avere una ricaduta sul locale, sulla nostra famiglia, sul nostro quartiere, sul nostro comune ... e qui si che abbiamo la possibilità ed il dovere di fare qualcosa e non dovremmo esimerci.
E' un processo che esisteva anche prima della globalizzazione ed era incarnato dai dettami morali o religiosi, prima si pensa alla correttezza dei principi e poi si fanno ricadere i dettami sul nostro singolo privato. Prima mi domando se è giusto o no ammazzare un'altra persona e poi, dopo aver stabilito che no, mi domando se posso ammazzare il mio antipaticissimo vicino di casa.
Dopo anni di politica solo nazionale, finalmente si è tornati anche in Italia al locale, al fare, al sindaco votato direttamente dai cittadini ed al federalismo. Il problema italiano è che il movimento localista più forte in Italia, in questo momento è la Lega. E la Lega, per essere veramente locale pur occupando importanti posizioni nel governo nazionale ha invertito il motto in "Pensare locale, agire globale" che, tradotto, significa usare la forza dello Stato, dell'esercito, del parlamento e della magistratura italiani per soddisfare le ansie della signora Pina.
Per completare il cortocircuito, la Lega utilizza un linguaggio ("tolleranza zero", "negher", etc.) che fornisce una implicita autorizzazione alle violenze delle polizie locali.
Quando si dice la il sonno della ragione genera mostri.
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