lunedì, luglio 14, 2008

Felicità

10/07/08 17.30 - Sono sul bordo della piscina di un piccolo campeggio sull’Adriatico, in Abruzzo. Guardo mia figlia che gioca in acqua, i nostri vicini di casamobile, i figli dei vicini dell’anno scorso (che abbiamo ritrovato) e gli animatori.
Mentre, alternativamente, leggo il giornale e scrivo queste note sul quadernetto che oramai è sempre con me, un uomo mi saluta. Lo riconosco come il romanaccio con cui giocavamo a pallanuoto l’anno scorso.
Il PIL non cresce gli ordinativi alle industrie calano. Il petrolio veleggia verso i 150$ al barile. GM prima e la FIAT poi crollano in borsa e arrancano alla ricerca di un modo per dare valore ai loro azionisti, mi sento confidente che la marca italiana, che produce automobili poco assetate, si risolleverà prima del maggior produttore di enormi SUV statunitensi.
All’orizzonte le colline striate di coltivazioni e vigne di diversi colori, una casa diroccata ed alcuni pini marittimi un po’ bruciacchiati. Il panorama è attraversato dal ponte di legno ad arco che attraversa la piscina. La radio e gli schiamazzi dei bambini in piscina superano di poco il frinire delle cicale sull’albero che mi sovrasta.
L’economia ha, forse, raggiunto i confini del proprio impero. Non ci sono più nuove risorse da sfruttare per estrarre energia fossile o materie prime. Ombrelloni gialli e palme verdi. Parlo con mia moglie della necessità di rifondare l’immaginario partendo dai greci, da Prometeo e da Dioniso, per arrivare fino ai futuristi che hanno cavalcato il mito della velocità facendone una nuova forma di bellezza.
Siamo drogati di crescita. I nuovi ordini di piombo dalla Cina servono a costruire batterie per le biciclette a pedalata assistita che la vanno molto di moda. Il prezzo del piombo è raddoppiato da un anno all’altro perché l’estrazione corrente non è più sufficiente. Ci aspettiamo che ogni generazione la ricchezza aumenti, ma non c’è più petrolio, spazio per costruire strade o case, acqua potabile, rame o piombo. Vorremo poterci permette un bel viaggio ai tropici. Spiagge di sabbia bianca, pesci colorati e aragoste; per premiarci della corsa alla produttività in cui abbiamo gareggiato tutto l’inverno.
Alla radio, Lorenzo canta “A te”.
Gabriele mi porta il resto del ghiacciolo acquistato al chiringuito sul bordo della piscina; mi accorgo per la prima volta che sul retro delle monete da 20 centesimi c’è la statua di Umberto Boccioni che rappresenta il dinamismo della figura umana.

Veramente sarei più felice sdraiato su una spiaggia tropicale?

Cosa ci rende felici? Desideriamo veramente cose il cui possesso ci renderebbe più felici?
~

Nessun commento:

Mi sento fortunato