lunedì, maggio 04, 2009

Dieta: capitolo 1, i primi tre giorni

Dopo avervi raccontato, nel mio precedente post "Sovrappeso, un po' grasso", come ho fatto ad ingrassare, ora vi racconto come -dopo essermi reso conto di aver esagerato- comincio a dimagrire.
Non sono medico né voglio vendervi alcunché, ma racconterò quali pensieri e quali considerazioni mi abbiano spinto a certe scelte piuttosto che altre.
La dietetica è una scienza bellissima, piena di tabelle, di misure e sagge prese di posizione, ma è -nella sua versione scientifica- poco pratica da maneggiare tutti i giorni a causa proprio di calcoli e pesi, di considerazioni statistiche e analisi del sangue. Per cui vi racconterò, senza portare prove, solo di alcune conclusioni che ho tratto da alcune letture e chiacchiere fatte con dietologi e allenatori.

Il primo giorno.
Non c'è niente da fare, i primissimi giorni sono quelli della fame. Lo stomaco è dilatato, le abitudini sbagliate ed il metabolismo pretenzioso. La fame è boia e maledetta.
C' bisogno di dimostrare a se stessi che ce la si può fare. Ce la si può fare a dare allo stomaco un chiaro segno che è ora di stringersi un po'.
Insomma è tutta questione di forza di volontà, e siccome la forza di volontà è una categoria dello spirito poco utile a spiegare cosa accade nella nostra testa, gli scienziati che si occupano di cervello hanno postulato l'ipotesi che descrivere ciascuno di noi come una moltitudine di spiritelli -che discutono e dibattono, che si alleano o si dichiarano guerra- sia una rappresentazione più onesta.
Da cui eccomi al primo giorno di dieta con un nutrito gruppo di puffi sulle spalle.

A colazione vince subito Grande Puffo che spiega a tutti che la colazione è utile ed indispensabile e siccome la faccio già bene -latte caffè e muesli- è disposto a soprassedere sulle due pastiglie di dolcificante che sarebbero da evitare ma sono meno peggio di due cucchiaini di zucchero.
Il fatto è che una recente ricerca scientifica ha evidenziato come, sui grandi numeri, la diffusione dei dolcificanti vada di pari passo con l'obesità. La ragione non è chiara ma potrebbe essere legata alla maggiore produzione di insulina che si verifica quando gustiamo qualcosa di dolce, anche se il gusto di dolce è provocato dai dolcificanti. Il maggior livello di insulina ci spinge a consumare zuccheri.
In ogni caso è importante stare lontani dai prodotti da colazione confezionati (biscotti o simili) in cui gli zuccheri sono quasi sempre più del 30% (come documentato diverse volte da Altroconsumo).
Il puffo medico interviene subito sul numero dei pasti: devono essere 5, piccoli ma regolari e non bisogna sgarrare sennò scende il metabolismo ed allora, oltre a toglierci il piacere di mangiare ci toglieremmo anche la speranza di pesare un po' meno. Puffo tonto, che ha sempre bisogno di ripassare due volte di elenca:

  1. colazione
  2. merenda a metà mattina
  3. pranzo
  4. merenda di metà pomeriggio
  5. cena
Supero la prima merenda con una mela ed arrivo subito al pranzo, dove mangio quello che c'è, aggiungendo le seguenti regole:
  1. un solo carboidrato (pasta, pane, patate o riso) e, perdipiù, in quantità ridotta (1/4 di panino, 1/4 di un piatto di pasta, etc ...)
  2. Acqua fresca di rubinetto (almeno 3 bicchieri colmi, uno prima del pasto)
  3. Verdure cotte o crude in porzioni abbondanti (senza burro accidenti, siamo a dieta)
  4. Frutta illimitata
  5. No carne e no formaggi, che sono cibi troppo nutrienti
  6. Mangiare solo quello che c'è nel piatto, non concedersi bis e non piluccare da insalatiere o pentole ed, ancor meno, finire i piatti dei bambini
Alla seconda merenda stabiliamo una buona abitudine: deve essere di frutta (oppure uno yogurt ma di quelli normali, senza aggiunta di panna e poco dolce).

La sera, dopo cena vago per la cucina come un lupo assassino e medipuffo mi ricorda che bisogna porre attenzione a non confondere sete e fame: prima di decidere che hai fame bevi un bicchiere colmo d'acqua ed aspetta qualche minuto. Ok, guado un po' di tv, risistemo un articolo sul blog e, dopo essermi scolato una brocca d'acqua a temperatura di rubinetto -non deve essere troppo fresca per non interrompere la digestione- vado a letto. Affamato.

Prova bilancia

Bene, dopo tre giorni ho perso i primi due Kg. Va bene, sembrano tanti ma è solo l'illusione dell'inizio. Ora bisogna evitare di sgarrare ma passare ad una nuova forma di alimentazione, più sostenibile.

Bisogna considerare che il ritmo giusto per dimagrire è tra 1 e 2 etti al giorno in media. Dunque, ci vorranno poco meno di 30 giorni per perdere i prossimi 3kG.
~

6 commenti:

Susanna ha detto...

Tre anni fa sono riuscita a dimagrire di 18 chili (in due anni) spinta da feroce determinazione.
Ne ho ripresi 10, purtroppo: la motivazione non c'è più.

Quando avevo una fame feroce, mi mangiavo una ciotola di macedonia (fatta a mano, non di scatoletta). Vero, ci sono gli zuccheri; ma sempre meglio di un panino o di una merendina...

gatta susanna

Aliza ha detto...

ti seguo con interesse perchè anch'io sto cercando di perdere qualche chilo...condivido il discorso sui dolcificanti per esperienza, adesso sto usando il fruttosio che non alza la glicemia...
ma non sposta la bilancia...
a presto ciao A

Marco Marsilli ha detto...

@Susanna: Ottima la macedonia, la mangio volentieri anch'io.
Certo che la "feroce determinazione" è, purtroppo, una necessità.

Il problema è che non dovremmo ingrassare o, quantomeno, dovremmo ingrassare meno, e la sorgente del problema è che a volte abusiamo del cibo e sempre mangiamo cibi troppo nutrienti.

Inizio a capire il prof Berrino quando indica in zucchero, farina 00 e carne i veleni del nostro mondo ipercivilizzato. Importa poco che siano bio o similari: sono comunque troppo nutrienti rispetto alle nostre necessità caloriche medie.

M.

Marco Marsilli ha detto...

@Aliza: esattamente, il fruttosio è zucchero. Sigh.

Susanna ha detto...

O Marco, dove sei finito?
gatta susanna

Marco Marsilli ha detto...

@Susanna:
Inizialmente avevo bisogno di nuove idee, adesso mi manca il tempo. Insomma, ho bisogno d un po' di ferie dal blog.
Tornerò!

Mi sento fortunato